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Sindrome di Burnout

Sindrome di Burnout

Innanzi tutto occorre capire che cosa sia il Burnout. Con questo termine (letteralmente bruciare fuori) si indica una risposta non consona e non adattiva, un vero e proprio cortocircuito psicofisico in conseguenza a lunghi periodi di tempo caratterizzati da situazioni ansiogene e stressanti, specie se ripetute in maniera costante e quotidiana.

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Questa condizione si riconosce facilmente, poiché si manifesta con un quadro ben preciso, comprendente una più o meno grave stanchezza fisica ed emotiva, di solito accompagnata ad un abbassamento della soglia di interesse e di piacere per la vita personale e lavorativa. Il Burnout è il segnale che avvisa del sovraccarico di stress a cui l'organismo e la mente non riescono più a far fronte. Ma cosa differenzia questa sindrome da una patologia ansioso-depressiva comune? La risposta è semplice: il tipo di attività lavorativa che è stata causa della sua insorgenza. Essa infatti è legata alle situazioni lavorative difficilmente gestibili dal punto di vista psicologico, a causa dell'eccessivo transfert e controtransfert che richiedono. Ricadono dunque nella categoria tutte le attività di aiuto e di sostegno, sia nell'ambito sociale che sanitario e psicologico, dove il fulcro del significato terapeutico sta nel rapporto uno-a-uno tra utente e professionista. Educatori e assistenti sociali, medici, infermieri, psicologi e psichiatri sono le figure più a rischio di Burnout. Non si dimentichi che la loro quantità di carico emotivo a cui devono far fronte è doppia, poiché oltre a gestire lo stress della persona bisognosa d'aiuto, devono anche proteggere se stessi dalle implicazioni controtransferiali che ne derivano, centrate sulla richiesta di aiuto. Se tale rapporto così denso di materiale fluido ed impalpabile, intriso di aspettative e richieste reciproche (spesso implicite) non viene gestito nella maniera corretta, può portare ad un vero e proprio logoramento psicofisico, associato a sensazioni di imbarazzo, impaccio ed ansia, fino ad arrivare a un vero e proprio stato depressivo., esasperato dal fatto che non sempre i problemi portati dall'utente sono di facile o addirittura di possibile soluzione. Non essendo più padroni della situazione, si infrange il confine tra i due attori sociali, e conduce spesso questi professionisti ad operare in maniera paradossale, diventando apatici, cinici e distaccati sia dalla relazione d'aiuto che dall'ambiente di lavoro, in cui cominciano a verificarsi sempre più episodi di assenteismo piuttosto che di tournover, così come strategie comportamentali atte ad evitare o rimandare i contatti con gli utenti e ad adottare con essi Modello di Cherniss. La patologia è determinata sia da elementi personali e caratteriali, sia da condizioni inerenti la situazione lavorativa in sé. Cherniss raggruppa in quattro quadri principali ma interagente tra di loro le sue varie manifestazioni. Tra i sintomi fisici, vi sono principalmente un gravoso senso di fatica e di stanchezza, con frequenti emicranie, disturbi dell'area gastrointestinale, cambiamenti delle abitudini alimentari (tendenza ad alimentarsi troppo o troppo poco), e anche un generale abbassamento delle difese immunitarie, esponendo il corpo a sindromi infettive o influenzali. Appare solitamente anche un certo grado di insonnia. Tra i sintomi psicologici invece vi sono principalmente il senso di fallimento personale, complessi di colpa, di inefficacia, negativismolavorativo, sviluppando strategie consone a tenere a bada un eccessivo coinvolgimento personale, oltretutto controproducente anche per il cliente.

L'importanza di dormire bene ...

Anche nella routine quotidiana si dovranno avere alcuni accorgimenti per ristabilire un corretto equilibrio psicofisico. Essenziale sarà dormire almeno sette-otto ore ogni notte, non stravolgendo i ritmi circadiani e coricandosi e alzandosi quindi sempre alla stessa ora. Ristabilire un corretto ciclo di sonno-veglia farà in modo che ci sia un maggiore grado di riposo che permetta di affrontare meglio eventuali scenari di stress. Oltre a alimentarsi in modo sano e fare una moderata attività fisica, sarà molto utile riuscire a staccare la spina dal lavoro e da tutte le sue implicazioni, esercitandosi in qualche attività o hobby piacevoli, anche per riacquistare la propria autostima, che spesso viene persa nel corso di un Burnout. Sarà poi necessario fissare delle priorità nella propria vita, da cui deriveranno i relativi limiti lavorativi da non oltrepassare.

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